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Gello Biscardo

La frazione di Gello Biscardo

Piccolo borgo del Comune di Castiglion Fibocchi, sorge alle pendici del Pratomagno, tra boschi di faggi, castagni ed oliveti, zone molto adatte per il trekking e la mountain bike. E’ molto caratteristico con le case in pietra e le strette viuzze in salita. In origine era un piccolo castello.

Gello Biscardo

Anche questo "comunello" (a 489 metri sul livello del mare), alla stregua del capoluogo, fu inizialmente un possedimento dei Conti Guidi e subì poi le stesse alterne vicende di questo fino a quando entrò a far parte della Repubblica Fiorentina.

A monte di Gello Biscardo è situato un edificio che ha inglobato i resti di una chiesa (forse chiesa di San Giovanni) e alcune tombe, oggi conosciuto come “Casa al Fini”. Nella tradizione era noto come “Gello Vecchio” e ciò potrebbe far  ipotizzare l’esistenza di un nucleo abitato più antico di quello attuale. Nel piccolo nucleo di "Casa Fini" si dovrebbe però cercare il primo insediamento da cui ebbe poi origine l'attuale villaggio.

"I Matti da Gello"

I Matti da Gello

Si dice che Gello Biscardo sia nominato così per alcune storie che in passato hanno interessato i suoi abitanti. Il luogo è infatti rammentato per loe storie dei "Matti da Gello". Gli abitanti non si vergognano, anzi, sono orgogliosi di questi loro celebri "antenati".

I Matti da Gello 1

Alla parete di una casa hanno appeso delle tegole dove sono riportate alcune storie riferite a questi loro "estrosi concittadini". Verità e fantasie s'intercciano nelle vicende di questi personaggi del luogo vissuti in un periodo indefinito: c'è chi parla dell'uso dell'acqua di una fonte o di certe erbe che gli abitanti consumavano; chi ha visto la luna nel pozzo, chi un frate indovino, chi bizzarri venditori di fiammiferi...

Il luogo ovviamente non è da visitare solo per questo motivo. Il piccolo borgo è contornato da oliveti e si presenta piacevole e ordinato nela sua architettura. Chi vi cercasse "i Matti" non li trova più, può trovarci però tanti gatti.

Storia

Il borgo medioevale di Gello Biscardo ha origini antiche, alcuni studi riconoscerebbero nel 1300 l'inizio del popolamento dell'area. Fu inizialmente un possedimento dei Conti Guidi ed entrò a far parte della Repubblica Fiorentina nel 1384. Nel 1774 fu unito al Comune di Castiglion Fibocchi.

Nei documenti medioevali la località, chiamata anche Gello Giuscardo o Viscardi, ebbe un castelletto dipendente dagli Ubertini che nel 1385 aveva dai 22 ai 30 uomini di difesa. Dibattuta è l’origine del nome: mentre “Gello”  deriva  dal latino “agellus” “piccolo campo” – per  “Biscardo” esistono due scuole di pensiero – la prima che abbia origine germanica, la seconda che derivi da ” bis Carda” cioè la seconda Carda per distinguerlo dall’altro possesso della famiglia degli Ubertini.

Dal "Decimario Vaticano" si viene a sapere che la chiesa di San Giovanni a Gello pagava le decime previste e che detta chiesa dipendeva da quella di S. Quirico Sopra Arnum, i cui resti si vedono ancora oggi. Nella relazione di una visita pastorale del 1571 si annota che la chiesa fu trovata in buone condizioni e che la popolazione era di 100 persone. Nel resoconto della visita pastorale che ebbe luogo il 21 agosto 1836 si fornisce l'ammontare della popolazione di Gello che era di 177 persone; secondo il "Dizionario corografico della Toscana" il numero degli abitanti del paese nel 1845 era di 213. In occasione della visita pastorale del 1906 si dice che la chiesa ere stata di recente ripulita e restaurata, in quel periodo il numero degli abitanti della parrocchia era di 255. Nel 1929 gli abitanti cominciarono a diminuire di qualche decina. Pochi anni dopo lo spopolamento progressivo della montagna porterà la popolazione di Gello ad un numero sempre più esiguo fino ai 50 del 1978.

Chiesa di San Giovanni Battista

Storia Gello Biscardo

Situata nella parte più alta di Gello Biscardo la Chiesa di San Giovanni Battista è ricordata nel medioevo come una delle chiese suffraganee della Pieve di San Quirico. Forse sorge sul sito del castello di Gello Biscardo, antico possesso della potente famiglia magnatizia aretina degli Ubertini.
L'edificio, ad una sola navata con altari in stucco tardo-settecenteschi, fu quasi del tutto ricostruito nel XIX secolo. Il campanile a vela è stato realizzato agli inizi del 1900.
Attualmente presenta il tipico aspetto delle chiesette rurali a capanna con campaniletto a vela a tre fornici. 

Chiese

Ultima modifica: giovedì, 16 febbraio 2023

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